lab2019 - interpretazione di Luca Prestia

19 febbraio 2019
Per la preparazione della Mostra di fine anno del corso 2018 - 2019 di Laboratorio di Fotografia dell'UniTre di Perosa Argentina e valli (prevista per il 19 maggio p.v.) è stato assegnato ad ogni partecipante un fotografo con l'obiettivo di interpretarlo con un certo numero di fotografie proprie
A me è stato assegnato Luca Prestia

Luca Prestia è nato a Torino il 15 gennaio 1971 e attualmente vive a Cuneo
Nel 2001 si laurea in Lettere moderne, indirizzo storico moderno, con votazione finale di 110/110 lode e dignità di stampa
Nel 2006 consegue il titolo di dottore di ricerca in Storia, Storia della società europea in età moderna, con la tesi “Famiglia, contesto e carriera di un funzionario sabaudo d'antico regime. Il togato Pietro Giuseppe Graneri (1730-1797) tra progetti di riforma e Rivoluzione” [vedi le informazioni in dettaglio]

Comincia a fotografare durante gli anni universitari e nella sua attività collabora come fotografo di scena e di backstage (dietro alla scena, dietro alle quinte), alla realizzazione di documentari a sfondo sociale
Le sue immagini sono state pubblicate su numerosi magazine italiani e stranieri, sia cartacei che online e sono state utilizzate come copertine di romanzi da alcune case editrici italiane

Da qualche anno il suo interesse è focalizzato principalmente sulla fotografia documentaria di paesaggio, in particolare quello alpino. Ha preso parte a numerose mostre personali e collettive e il suo ultimo lavoro, portato a termine nell'estate del 2014, è intitolato Confine di S[s]tato, pubblicato in un volume dal medesimo titolo, che ha avuto una menzione  finalista all'Athens Photo Festival 2015

Attualmente collabora, attraverso reportage commissionati, con una rivista bimestrale distribuita in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Costa Azzurra (Francia). Parte del suo lavoro è rappresentato dalla galleria Kromìa di Napoli, diretta da Donatella Saccani

Dei suoi progetti di lavoro mi sono particolarmente interessati i seguenti:

Confine di S[s]tato
Le immagini rappresentano quello che rimane del confine italo francese nella zona montana di Tenda, nelle Alpi Marittime, a seguito dell'accordo dell'autunno del 1947, con una linea poco più che immaginaria, ma con ancora alcune presenze delle linee dei confini e di cippi in pietra inserite dalla mano dell'uomo in un territorio che conserva ancora oggi il suo spirito selvaggio

Disappeared (Scomparso)
Questo lavoro rappresenta le montagne delle Alpi come elemento naturale senza la presenza umana, lasciando nell'inquadratura anche tracce di passaggio dell'uomo in questi ultimi decenni, in certi casi anche violente
Per secoli le Alpi hanno rappresentato per l'uomo un territorio incognito, ricco di leggende, fantasie e suggestioni, abitato da uomini selvatici in un ambiente duro e ostile, rispetto all'altro mondo civilizzato
Nell'ottocento la montagna viene riscoperta e da fattore negativo diventa positivo, in quel movimento romantico che riconosce la natura selvaggia e incontaminata delle Alpi come un elemento virtuoso in contrapposizione alla vita inquinata e caotica della pianura e della città

Ordinarily (Ordinariamente)
Questo progetto contiene scatti realizzati nel Nord Italia e nel Sud della Francia (in cui Luca Prestia vive) e rappresentano la vita quotidiana, evidenziando però alcuni elementi imprevedibili e discordanti che normalmente non si vedono alla prima vista, in quanto chi guarda è immerso nella quotidianità della visione e della vita di tutti i giorni

Le idee di Luca Prestia e il suo modo di fotografare mi piacciono molto, le sue fotografie le trovo semplici e nello stesso tempo dettagliate e mirano alla rappresentazione essenziale di quello che uno vede e poi scatta e come dice lui "la fotografia sia davvero uno strumento che mi permette di  /mappare/ il mondo intorno, di interpretarlo, di metabolizzarlo in qualche modo, di appropriarmene"
Luca Prestia desatura molto, non so se programmando direttamente la sua macchina foto oppure in post produzione, questo consente di evidenziare particolari che diversamente andrebbero persi

Ho scelto delle foto di montagna, dove passo la maggior parte del mio tempo, da solo o in gruppo e dove la tranquillità non ha eguali
La montagna ha i suoi sentieri e come dice Alessandro J. De Stefano "Una strada ti porterà sempre ovunque tu voglia, oltre i confini geografici e politici. I tuoi piedi poggiano sul sentiero che, come un’arteria, è unito al resto del mondo. Basta il primo passo, e milioni di altri che lo seguiranno, finché t’accorgerai che nessun posto è davvero irraggiungibile."

Due di queste foto le stamperò per la Mostra, eccole qui:

(1) Poggio Col Bousson, 29 agosto 2018

(2) Poggio Col Bousson, 29 agosto 2018

(3) Alpe Rocce, 6 ottobre 2017

(4) sopra La Latta, 19 novembre 2017

(5) Fenestrelle, 27 febbraio 2019

(6) Vallone di Angrogna (Val Pellice) sopra il Rifugio Sap, 10 marzo 2019


prove di stampa e sistemazione delle foto scelte



Le foto come pubblicate alla Mostra presso il Museo del Mutuo Soccorso, Via Silvio Pellico 19, Pinerolo, il 6, 7 14 e 15 settembre 2019.